La sede di via Vivaio
La sede attuale risale al 1892 e fu progettata dall’architetto Giuseppe Pirovano, secondo il modello dell’Institut National des Jeunes Aveugles di Parigi. L’edificio era originariamente destinato a 200 allievi oltre al personale e prevedeva un corpo centrale, costituito dal Salone dei concerti e dalla Chiesa, e due corpi laterali simmetrici, affacciati su cortili porticati divisi a metà da un’elegante loggia.
L’Istituto si sviluppa ancora oggi intorno a quattro cortili di area quadrata: i due alla sinistra del corpo centrale ospitano la Scuola media statale a indirizzo musicale, mentre in quello di destra è stata allestita una struttura mobile che ospita la mostra Dialogo nel buio. La centralità attribuita alla musica, che ha sempre avuto un ruolo fondamentale nell’educazione e nella formazione professionale dei giovani ciechi, si riflette nelle scelte tipologiche dell’edificio, il cui stile si ispira al “decoro” dell’istituzione.
Al piano terra erano collocati i laboratori e i refettori; al primo piano gli uffici amministrativi e le aule per lo studio della musica; al secondo le camerate. Il Salone da concerti e la Chiesa erano le uniche due parti dell’edificio accessibili al pubblico esterno e nelle quali si incontravano la sezione maschile e femminile, per il resto nettamente separate.
Un altro ambiente di prestigio è la Sala Stoppani, collocata al primo piano salendo dallo scalone d’onore. Arredata secondo il gusto dell’epoca, con una preziosa tappezzeria ricamata a motivi geometrici e floreali, la sala è attualmente destinata a ospitare riunioni, incontri e convegni.
L’architetto Pirovano studi attentamente le caratteristiche distributive e costruttive dell’edificio, le soluzioni impiantistiche, le possibilità di successivi ampliamenti e nuovi utilizzi. Grazie all’opera di Pirovano l’edificio nel corso della sua storia ha affrontato molti cambiamenti di destinazioni d’uso, in relazione al modificarsi delle esigenze didattiche e formative, rispondendo efficacemente alle nuove necessità.
Alcune modifiche sostanziali avvengono nel 1910 con la realizzazione dell’asilo infantile in via Mozart, oggi sede dell’Unione Italiana Ciechi, e con la costruzione nel 1925 sul lato opposto della Casa Famiglia, nata come pensionato per donne adulte non vedenti e attualmente sede della Residenza Sanitaria Assistita. Gli anni più difficili furono quelli della seconda guerra mondiale, durante i quali l’edificio fu sfollato e danneggiato dai bombardamenti, in particolare quello dell’agosto 1943. Il palazzo fu in seguito restaurato per tornare ad essere sede dell’istituzione per cui era nato.
Oggi l’Istituto, non più destinato ad assolvere alle funzioni di accoglienza e istruzione dei giovani non vedenti, ormai integrati nel sistema scolastico nazionale, si presenta come un’istituzione aperta, volta a potenziare e rinnovare le professionalità esistenti in campo tiflologico, nonché a trasferire risorse, strumenti e competenze sul territorio nazionale.